È questo lo spirito che anima “AGESCI ieri e oggi” l’iniziativa organizzata dalla AGESCI Zona Tre Colli, il coordinamento dei gruppi scout della città di Catanzaro, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’associazione.
L’evento sarà articolato in due momenti principali: sabato 10 maggio alle ore 17.00, nella sala conferenze del complesso San Giovanni si svolgerà il convegno mentre dalle ore 9.00 di domenica 11 maggio in Piazza Prefettura saranno proposte diverse attività e il rinnovo della promessa che culminerà con la partecipazione alla Santa Messa presso la Basilica dell’Immacolata.
All’interno del convegno è prevista una Tavola Rotonda con testimonianze e racconti di Capi storici AGESCI, e la presentazione del libro “Per strade non battute” edito da Edizioni Scout Fiordaliso.
I relatori che vi prenderanno parte sono: Padre Francesco Lanzillotta, assistente ecclesiastico Zona Tre Colli, don Raffaele Zaffino, assistente Ecclesiastico Nazionale Branca LC, Valeria Vespertini, incaricata Coordinamento Metodologico Regione Calabria, Sergio La Salvia, Ex Responsabile Regionale Calabria, Marco Cariati, Responsabile Regionale Calabria e Fabrizio Marano, Capo Scout d’Italia.
Ed è proprio Marano che ci racconta il significato e la portata dell’iniziativa: “Celebriamo 50 anni di cammino. Un cammino lungo, impegnativo, ma fecondo. L’AGESCI - Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani ha saputo offrire un contributo significativo alla crescita del nostro Paese, sia sul piano educativo che sociale ed ecclesiale. Parliamo di una delle associazioni più grandi d’Italia, con oltre 2000 gruppi, 182.000 iscritti, di cui 150.000 ragazzi, 30.000 capi adulti e circa 2000 assistenti ecclesiastici. Una presenza capillare, diffusa in ogni angolo del territorio nazionale. In questo anniversario, non ci limitiamo a ricordare. Vogliamo fare memoria viva, memoria operante. Guardiamo al passato con gratitudine e consapevolezza. E lo facciamo per rilanciare con coraggio la nostra missione: educare al futuro”.
Marano riflette anche su quelle che sono oggi le principali sfide dello scoutismo: “La più importante” - afferma- “riguarda l’adeguatezza del mondo degli adulti ad ascoltare e affiancare i ragazzi, senza invadere i loro spazi e senza disinteressarsene. Spesso si oscilla tra il controllo totale e l’abbandono. Serve un equilibrio che permetta ai giovani di essere davvero protagonisti, con adulti che sappiano accompagnare e non sostituirsi”. Questa tensione educativa si declina anche in un’altra grande sfida: la capacità di scegliere. “Educare alla scelta – afferma – è fondamentale, perché il nostro obiettivo è formare persone che sappiano orientarsi verso il bene comune, l’apertura, la responsabilità. Scegliere non per individualismo o tornaconto, ma per costruire, insieme, una comunità migliore”.
Uno stile di vita, dunque, in cui inclusione e diversità non sono slogan, ma pratiche quotidiane: “Lo scoutismo è per definizione un’esperienza accogliente. Non si può parlare di scoutismo senza parlare di valorizzazione della persona nella sua unicità. Educatori e ragazzi imparano a vivere la strada, a incontrare l’altro, ad aprirsi al mondo. È una scuola di fraternità concreta, non teorica”.
E i valori fondanti dello scoutismo, a oltre cento anni dalla nascita del movimento, sono ancora attuali? “Assolutamente sì, afferma Fabrizio. Lo scoutismo ha saputo adattarsi ai cambiamenti restando fedele al suo spirito originario: mettere il giovane al centro, aiutarlo a crescere come cittadino attivo e responsabile. È un impegno personale e comunitario verso un mondo migliore. Non sono gli adulti a calare dall’alto una proposta: si parte sempre dal dialogo con i ragazzi e dai loro bisogni reali”.
Infine, uno sguardo alle attività pratiche: “Le esperienze scout non sono pacchetti preconfezionati, ma occasioni in cui i ragazzi sono protagonisti anche nella progettazione. Sono esperienze a contatto con la natura, il gioco, lo sport, il servizio, la corporeità. Sono momenti di formazione integrale che mirano a tirar fuori il meglio da ciascuno per essere disposti a fare, a dare una mano, a donare alla comunità. L’elemento simbolico delle maniche rimboccate sulle divise dei ragazzi indica proprio quell'essere, sempre pronti a fare del proprio meglio”.
Nella missione c’è poi una dimensione spirituale: “la fede è il modo con cui guardiamo e testimoniamo la presenza di Gesù nella realtà. Non è solo responsabilità degli adulti annunciare: certamente l’adulto ha il dovere della testimonianza, anche nella sua fragilità, ma annuncia anche il bambino, il ragazzo, il giovane. E lo fa con la gioia di appartenere a un’esperienza dove si trova senso: nella buona azione, nella costruzione condivisa, nella vita di comunità. Questa gioia nel costruire insieme, nel prendersi cura dell’altro, nel progettare il domani è segno di qualcosa di più grande. È, da un punto di vista sociale, la costruzione del bene comune; da un punto di vista ecclesiale, la costruzione del Regno”.
Questa è dunque l’essenza dello scoutismo: un percorso che – come recita uno dei suoi motti – mira a lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato.
Anna Maria Palaia per Area Teatro - Catanzaro Centro