Il Mallard è un posto molto particolare: non tanto per l'aspetto esteriore che ricalca tutti i dettami del classico pub, quanto per essere diventato una pietra angolare della movida catanzarese. Accoglie, da più di venticinque anni, serate scoppiettanti. Qualcuna ha sugellato amori, amicizie, rimpatriate; altre hanno scritto aneddoti e curiosità che, tra un passaparola e l’altro, tengono alta l’attenzione sul contesto cittadino.
Il grande merito che va attribuito al locale situato in via XX settembre, è quello di essere riuscito a farsi riconoscere come un esclusivo punto di ritrovo nel centro storico di Catanzaro. Da quel 18 dicembre del 1998, quando l’attività venne avviata dalla famiglia Laudadio, il Mallard si è sempre più ritagliato uno spazio nella vita notturna del capoluogo, creando un modello difficile da replicare. Il motivo? Perché qui tutto ruota attorno alla componente umana. L’atteggiamento cordiale, spontaneo, accogliente dello staff ha permesso alla clientela di affezionarsi a questo posto e sentirsi a proprio agio in uno spazio che incoraggia la mescolanza casuale di persone.
Esistono dei veri "tipi da Mallard", inconfondibili e fedeli: loro sono quelli che non cederanno mai alle sirene dei locali nuovi, ma saranno sempre lì, al bancone o nella piazzetta adiacente a prescindere dalle intemperie metereologiche e dal calendario. Al punto da far intendere che c’è e ci sarà sempre qualcuno a "presidiare il pub", anche in pieno agosto quando le distrazioni sono ovviamente più numerose. Anzi, in queste ultime estati in cui il trend era restare in città, ci sono state serate in cui il locale era clamorosamente pieno e buona parte degli avventori erano e restano quelli di sempre.
Punto di ritrovo per i calciofili e per gli appassionati della buona birra, alcune delle sue serate settimanali sono diventate un “must” nell’universo dell’intrattenimento catanzarese come l'ormai popolare karaoke del giovedì sera, conosciuto come KaraRock, un appuntamento che dà il via al lungo weekend sui Tre Colli.
Dietro al bancone oggi c’è Silvano Vignola, titolare dell’attività da più di due lustri: “Sono arrivato qui un anno dopo della storica apertura per fare servizio ai tavoli – ci racconta. Questo locale non ha mai perso la sua identità, per cui i clienti non si sono sentiti disorientati da drastiche trasformazioni dettate dalle mode del momento”. A partire dalla politica dei prezzi popolari e competitivi che è stata mantenuta nel tempo per rimanere un locale alla portata anche dei giovanissimi e delle famiglie.
Il menù offre pizza, fritti e panini con l’inserimento, di tanto in tanto, di qualche novità per viziare i clienti: “Conserviamo i gusti più popolari che possono essere apprezzati da tutti. È una nostra scelta preparare il panino da farcire con l’impasto della pizza e non ci siamo fatti condizionare dai suggerimenti di sostituirlo con altre tipologie. Sono dei dettagli che ci identificano e che non vogliamo disperdere”.
Il locale, che ospita posti a sedere su due piani, è anche conosciuto per l'arte della birra. Offre, infatti, delle birre artigianali e spillate al momento, molto note in tutto il mondo, come ad esempio la famosa Guinness: “I clienti, anche i più giovani, vogliono bere bene. Sono alla ricerca di prodotti di alta qualità e i marchi commerciali non accontentano più la loro richiesta. Tra le più apprezzate ci sono la bionda alla spina Tennent’s e la Kilkenny”.
È difficile trovare le parole adatte per descrivere la magia che si respira al Mallard, una sorta di “casa pubblica” dove si va a passare del tempo con un calice di birra in mano, incontrare persone nuove che poi diventano volti familiari, e in alcuni casi anche amici, con cui rivedersi all’indomani. Non importa se si va da soli, in gruppo o in qualsiasi altro modo, probabilmente chiunque finisce per chiacchierare con qualcuno che riconosce come affine per aver scelto di vivere quel luogo.