IL MIGNON CAFÈ COMPIE UN ANNO

I loro padri, custodi di una tradizione che ha visto crescere diverse generazioni di catanzaresi, hanno consegnato loro l’attività e la visione di un bar che fosse rifugio, consuetudine, identità. E oggi, a distanza di un anno da quel passaggio di testimone, i due fratelli d’impresa festeggiano il primo anniversario del nuovo corso del Mignon Cafè.

Con una nuova società ha preso forma un progetto che unisce professionalità e coraggio, iniziando da una ristrutturazione che ha ampliato e riformulato gli spazi dello storico locale.

Giuseppe e Giovanni oltre a rinnovare gli spazi, hanno riacceso un simbolo, ridandogli voce e prospettiva.

Li abbiamo incontrati in questa occasione speciale, facendoci raccontare la forza di una scelta che parla di radici, di responsabilità e di futuro. Una storia che profuma di amore, continuità e visione.

𝐈 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐩𝐚𝐩𝐚̀ 𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐢 𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐞 𝐝𝐮𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨, 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐝𝐚 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢, 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐨𝐫𝐨. 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐞?

Naturalmente. Arriva un momento che è quello giusto, per farlo. E’ il momento in cui il passaggio generazionale rappresenta la continuità con rinnovata energia e freschezza. Si sono verificate le giuste condizioni e abbiamo preso la palla al balzo.

𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞, 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐝𝐨 𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐩𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚.

Volevo cambiare per arricchire il mio bagaglio di competenze. Sono andato a lavorare in un albergo ed è stata una bella esperienza, anche se breve. Sono stato a contatto con una clientela diversa da quella per me abituale. Un pubblico davvero eterogeneo, soprattutto stranieri. Un confronto importante con culture ed esigenze diverse. L’albergo in cui ho lavorato era moderno, ma situato in un palazzo storico, quindi ha una clientela ricercata, un po' esigente. E’ stato bello, mi sono divertito.

𝐈𝐧 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐫𝐢𝐭𝐢𝐞𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐜𝐜𝐡𝐢𝐭𝐨?

Mi sono concentrato molto sul lavoro serale e notturno, ho imparato a capire meglio le esigenze di chi anima la movida e predilige consumare aperitivi e cocktail.

𝐍𝐞𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐭𝐢𝐩𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢 𝐡𝐚𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐭𝐨?

Ne cito alcuni: barman, di sommelier del vino, caffetteria, corsi sulla birra.

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐚 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐛𝐚𝐫?

Da ragazzini.

- 𝑮𝒊𝒖𝒔𝒆𝒑𝒑𝒆: All’inizio non ero così entusiasta, mi sono appassionato nel tempo, man mano che imparavo il lavoro e sentivo di poterlo padroneggiare. Da li ho iniziato a sognare di gestirlo, ad immaginarmi titolare. Gran parte del merito è stato proprio dei corsi di formazione. Le competenze acquisite si trasmettono al cliente, che, a sua volta, si sente sicuro, si affida. Riconoscendoti la professionalità, la gratificazione più grande.

- 𝑮𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒏𝒊: Io mi sono sempre divertito, ero felice di avere a che fare con tante persone diverse tra loro, scambiare una chiacchiera, ascoltare le loro storie.

𝐈𝐧 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐚𝐢 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢. 𝐐𝐮𝐢 𝐝𝐮𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢, 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞𝐥𝐚, 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐭𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐚𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢.

Esattamente. Non è una cosa banale, né scontata, neanche in famiglia. Ma con Giovanni, da sempre, c’è affetto e rispetto reciproco, intesa. Non manca mai la volontà di trovare un equilibrio. Gli stessi valori che hanno unito i nostri padri per quasi cinquant’anni. Giovanni è un’ottima spalla, un ragazzo che, nonostante la giovane età, ha voglia di imparare, di fare. Siamo un'ottima spalla l’uno per l’altro.

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐫 𝐨𝐯𝐯𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐢𝐝𝐞𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐚𝐩𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧'𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐞?

Sicuramente, pur innovando, non volevamo snaturare l’identità di un’attività che ha fatto, da sempre, parte della nostra vita. L’idea era quella di perfezionare e di personalizzare quanto già c’era. Il Mignon Cafè vive all'interno di un palazzo storico del 1700, ero consapevole che bastasse adattarsi alla natura dell’edificio per renderlo bello. Volevamo che fosse coerente con quanto lo circonda. Quindi l'abbiamo “spogliato”, abbiamo tirato fuori la pietra presente sotto l’intonaco e messo in luce le travi in legno originali.

Era bello già di suo, noi lo abbiamo solo valorizzato.

𝐂𝐡𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐚𝐩𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐚𝐟𝐞̀ 𝐝𝐚 𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢?

Eh, questa sì, è stata una bella soddisfazione che ancora ad oggi ci rende orgogliosi, anche perché amiamo la nostra città e siamo stati felici di continuare a far vivere un luogo identitario per la città. Certo, è stato emozionante ma è anche una bella responsabilità.

Anche quando siamo liberi pensiamo sempre a cosa migliorare, integrare, cosa chiedere in più ai fornitori o trovarne di nuovi per proporre nuovi prodotti e nuovi gusti che incuriosiscano e soddisfino i clienti, per soddisfarli sempre di più.

𝐑𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐛𝐚𝐫 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧, 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐚𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐚𝐟𝐞̀?

Non abbiamo tolto nulla. Abbiamo implementato e inserito nuovi prodotti e servizi, per stare al passo con i tempi e in linea con i nostri colleghi. Per esempio, abbiamo fortemente voluto la cucina all’interno dell’attività. Oggi proponiamo piatti a base di fritti fatti al momento e prodotti un po' più ricercati, meno conosciuti. Anche rispetto al team abbiamo modificato un po' l’approccio.

𝐂𝐨𝐦𝐞?

A turno coinvolgiamo i nostri collaboratori nella formazione, perché vogliamo che siano sempre preparati e che possano offrire un servizio di livello alto, non solo formale ma anche rispetto alla conoscenza di quanto servono ai tavoli. Chi lavora con noi ha voglia di crescere. E la nostra clientela ti dà l’opportunità di farlo, perché chiede un aperitivo nuovo, che sia alla frutta, esotico o floreale, e, sempre più chiede un affettato di altissima qualità.

𝐔𝐧 𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚?

Sicuramente i taglieri con formaggi e salumi del territorio, che riteniamo debbano essere valorizzati, affiancati da chicche gastronomiche quali la bresaola piacentina, il formaggio alle vinacce, e tante altre eccellenze italiane.

E’ importante valorizzare i prodotti della nostra terra e, al contempo, far conoscere la ricchezza culinaria italiana.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐡𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐂𝐚𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐭𝐚?

Molto bene. La clientela è sempre entusiasta dei prodotti che gusta. Tornano chiedendo “lo stesso aperitivo della volta precedente”

𝐀𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐛𝐞𝐯𝐞𝐫𝐚𝐠𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐚𝐝𝐨𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐨𝐨𝐝?

Certo. Per esempio, abbiamo fatto una ricerca particolare sui migliori Gin, ci siamo specializzati sull’Americano e sul Negroni che prepariamo con Vermouth di altissima qualità che non si trovano facilmente e, come accennavo prima, sull’acquisizione di competenze. Preparare un drink non è tecnicamente difficile, è difficile preparare un buon drink. Per preparare un buon drink è importante seguire i procedimenti giusti, ma è la qualità a fare la differenza.

𝐍𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐚𝐟𝐞̀ 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜’𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜’𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐧𝐢?

Abbiamo deciso tutto insieme, i nostri input erano quasi sempre simili.

La fiducia reciproca è tanta, alcuni ruoli sono venuti naturalmente. Per esempio, io mi sono dedicato maggiormente alla formazione, alla ricerca di nuovi sapori, parto più spesso per fiere e manifestazioni per scoprire nuove tendenze. Giovanni è più presente al bar, curando maggiormente la gestione quotidiana dell’attività.

𝐄 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢?

Gli insegnamenti. Il senso di responsabilità, l’attenzione e il rispetto verso il cliente, l’accoglienza.

𝐔𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐚𝐫𝐢𝐚𝐭𝐚?

La base dei gelati. Usiamo il ricettario del bar Mignon. Ovviamente proponendo anche nuovi gusti.

𝐀𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐞𝐡𝐨𝐫 𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨?

Essendo la nostra una società ex novo, dovremo rifare l’iter burocratico per avere i permessi necessari, ma quello che verrà sarà più moderno, più affine alla nostra identità.

Nell’attesa abbiamo animato la piazzetta adiacente al bar con i tavolini esterni, come si vedono in tutte le città a vocazione turistica. D’estate, soprattutto di sera, siamo baciati dal venticello catanzarese capace di mitigare piacevolmente la calura; per l’inverno ci siamo attrezzati con stufe esteticamente scenografiche.

𝐀𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞

Si, la nostra idea è quella di abbracciare le diverse esigenze della nostra clientela. Abbiamo iniziato con serate dedicate alla musica reggae, alla disco ‘70-’80, DJ set vari e stiamo mettendo su una programmazione settimanale di serate a tema, anche durante le feste natalizie.

𝐈𝐥 𝟏𝟒 𝐍𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐚𝐧𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐚𝐟𝐞̀. 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐚 𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢?

Il bilancio è sicuramente positivo. La nostra visione è stata apprezzata e premiata, la nostra visione quasi univoca è stata confermata nei fatti, consolidando il sodalizio professionale. Siamo orgogliosi di aver saputo dare continuità e valore a quanto i nostri padri hanno fatto per 5 decenni.

Anche lo staff per noi è motivo di orgoglio. Abbiamo collaboratori partecipi, con un turn over vicino allo zero. Segno che con noi stanno bene. Teniamo molto al rapporto umano. Il nostro è un lavoro sacrificante perché lavoriamo le domeniche, le feste, le ricorrenze. E’ importante farlo con entusiasmo, passione e benessere personale.

𝐀𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐨𝐜𝐜𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞?

Si un brindisi, accompagnato da buona musica, con i nostri clienti. Nel nostro cuore brinderemo anche ai 50 anni dell’insegna Mignon. Per noi una ricorrenza emotivamente importante.

𝐒𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚𝐢 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐢, 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞?

- 𝑮𝒊𝒖𝒔𝒆𝒑𝒑𝒆: I grazie sono davvero tanti. Per l'educazione, per i valori che mi ha trasmesso, ma il grazie più grande che sento di dovergli è per l’esempio. Ho sempre visto mio padre lavorare tanto, ma sempre con la serenità di chi è orgoglioso di portare avanti la famiglia con onestà e dedizione, orgoglioso di portare valore nella società.

- 𝑮𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒏𝒊: Gli sono grato per le opportunità che mi ha concesso nella vita, per i valori di onestà e di unità familiare che mi hanno accompagnato sempre nella vita. Un grazie su tutti? La fiducia che ha avuto in me, senza alcuna esitazione, lasciandomi un’attività che lui ha costruito con grandissimo sacrificio.

𝐒𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐚 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞, 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞?

La strada che stiamo percorrendo ci soddisfa molto, ci sembra quella giusta per noi. Continueremo con la formazione di tutto lo staff, la ricerca di peculiarità italiane, l’implementazione delle referenze dedicate alle bottiglie. Soprattutto, continueremo a proporre e valorizzare i prodotti del nostro territorio.

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐯𝐞𝐧𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐚𝐟𝐞̀?

A colazione perché le nostre sono miscele di caffè eccellenti, come la nostra cornetteria. A pranzo perché tutto quello che proponiamo è fresco e mai industriale: sandwich, insalate, panini. La sera per gli aperitivi a base delle migliori proposte calabresi e nazionali, accompagnate da assaggini di parmigiana, di riso al forno, lasagnetta ai frutti di mare, involtino di zucchine. Servite con drink di altissima qualità.

In assoluto, perché è un punto di riferimento per la città.

𝐂𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐚̀ 𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐳𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧?

Mio figlio di sei anni viene spesso, e vuol fare tantissime cose. Quando gli chiediamo cosa vorrà fare da grande, risponde che vorrà prendere il mio posto, quando andrò in pensione. Chissà.

𝐈𝐥 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐚𝐟𝐞̀

Che continui ad essere un punto di riferimento per i catanzaresi, il bar identitario di questo della nostra città.

Oggi il Mignon Cafè è una storia che continua a scriversi, pagina dopo pagina, tazzina dopo tazzina. È il risultato di un’eredità custodita con amore e rilanciata con coraggio, ma soprattutto è la prova che la tradizione, quando incontra la visione, sa diventare futuro.

A Giuseppe e Giovanni il merito di aver tenuto acceso un simbolo cittadino.

Ai loro papà, il ringraziamento silenzioso che vive in ogni gesto quotidiano.

Il nostro augurio è che il Mignon Cafè continui a essere ciò che è sempre stato: un punto fermo per Catanzaro, una casa di sapori e di storie, un angolo in cui riconoscersi e ritrovarsi. E che i prossimi cinquant’anni siano luminosi quanto i primi.

VENERDÌ 14 Novembre dalle 19:00, il Mignon Cafè aspetta tutti per festeggiare il primo anno con un brindisi.

CI VEDIAMO AL MIGNON!